La mela Granny Smith

A cosa deve il suo nome questa aspra, deliziosa mela verde ? Si dice che la sua scoperta fu fatta casualmente da Maria Smith,una donna inglese, nell’Australia della metà del 19° secolo. La signora Smith, dando una sistemata al frutteto di famiglia, strappò delle – secondo lei – erbacce dalle radici di alcuni meli del giardino, gettandole in un angolo.

Solo dopo del tempo si accorse che quei rametti vecchi e secchi stavano germogliando…e stavano dando delle piccole mele di un verde splendente. Subito si mise ad “accudire” le nuove piante e ben presto ebbe una serie di piccoli meli dai frutti aspri, ma succosi;scoprì anche che la nuova varietà ben sopportava i lunghi viaggi e la conservazione.

La storia, forse un po’ elaborata dai connazionali, è vera e nella città di Ryde, nel New South Wales è conservata la biografia ufficiale di Maria : nata nel Sussex nel 1799 Maria Ann emigrò con il marito Thomas Smith in Australia nel 1838, per seguire le nuove piantagioni delle colonie inglesi. Solo più tardi nel corso della sua vita “Granny Smith” scoprì per caso la mela che avrebbe portato il suo nome e che l’avrebbe resa famosa.

Le erbacce che Maria con tanta cura estirpò dal suo frutteto, altro non erano che ciò che rimaneva di vecchi alberi di mele francesi, trapiantati anni prima in Tasmania. Purtroppo non sopravvisse al suo successo : due anni dopo l’inizio della commercializzazione della Granny Smith, Maria morì senza sapere che la mela a cui aveva dato il nome vinse il primo premio di una fiera nazionale nel 1891 e che dopo soli cinque anni sarebbe stata esportata in tutto il mondo. Le Granny Smith arrivarono in Inghilterra nel 1935 e negliStati Uniti nel 1972, mentre ancora oggi si possono trovare alberi selvatici di Granny Smith in quasi tutta l’ Australia.

E’ conosciuta come “mela verde” o “mela per diabetici” in quanto è scarsa di zucchero e molto acida; viene coltivata quasi esclusivamente in fondovalle, questo perché in collina prende un colore rosato.

Albero: di media vigoria, a portamento espanso.

Fioritura:  intermedia. Fruttifìcazione: in prevalenza su lamburde, ma anche su rami misti e birindilli; messa a frutto relativamente lenta; produttività buona.

Frutto: medio-grosso o grosso, di forma costante, tronco-conica.

Buccia: spessa, di colore verde intenso, lenticelle grandi, numerose, biancastre, areolate, molto evidenti.

Polpa: bianca, talora con venature verdastre, compatta, croccante, molto succosa, acidula. relativamente poco zuccherina ed aromatica

Raccolta: prima-seconda decade di ottobre in Val Padana, Campania e Bassa Atesina; nella seconda-terza in zone alpine del Trentino-Alto Adige.

Maturazione: tardiva. I frutti sono piuttosto serbevoli