Il Giardino delle Esperidi: il mitico frutteto di Hera

Nella mitologia greca le Esperidi erano tre ninfe guardiane di uno splendido giardino, che si trovava ai confini occidentali del mondo conosciuto: da alcuni situato tra i monti dell’ Atlante e l’Oceano, ma per il poeta siciliano Stesichorus ed il geografo Strabo, invece, nell’estremo sud della Penisola Iberica.

Mitologicamente le Esperidi simboleggiavano i doni dei frutti del giardino, in particolare della mela. Il meraviglioso giardino, infatti – conosciuto anche come “Il frutteto di Hera” (la moglie di Zeus) – custodiva un magnifico albero di mele d’oro, che donavano l’immortalità.

Esperidi giardino

I rigogliosi frutti crescevano dall’albero che Gaia, la Terra aveva regalato ad Hera nel giorno delle sue nozze con il Padre degli Dei. Hera diede alle ninfe il compito di proteggere e custodire il prezioso albero ed i suoi frutti; non sapeva però che le Esperidi di tanto in tanto raccoglievano e tenevano per sè qualcuna delle splendide mele.

Hera decise quindi di mandare nel giardino Ladone, un drago a cento teste che non dormiva mai, con il compito di sorvegliare solamente l’albero. Nonostante la presenza di Ladone, però, Eris – la dea della discordia – riuscì ad eludere la sorveglianza del terribile drago ed a rubare una delle mele d’oro. Su questa incise la famosa frase “Alla più bella”, e si recò quindi al matrimonio tra Peleo e Teti – dove non era stata invitata – lasciando cadere la mela sul tavolo che Zeus aveva allestito per gli sposi, e causando l’inizio della guerra di Troia.

Il giardino delle Esperidi fu anche teatro dell’undicesima fatica di Ercole, in cui l’eroe ingannò Atlante (padre delle tre ninfe) affinchè rubasse per lui alcune delle mele del prezioso albero.

Già ai tempi dell’antica Roma il mitologico giardino aveva perso l’alone di mistero che lo circondava, per essere poi ripreso, come visione di luogo idilliaco e di pace, dagli artisti del Rinascimento.

Negli anni, dopo diversi studi, si è stati porati a credere che le leggendarie mele d’oro fossero in realtà delle arance, frutti allora sconosciuti in Europa: da ciò deriva il nome dato dai Greci a tutte le specie di agrumi: Hesperidoeide.